Psiconcologia e nuovi orizzonti nella terapia del cancro
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6 Novembre 2010Il Convegno ha dato un’ampia apertura sulla innovativa prospettiva scientifica che correla psicoanalisi, immaginario e neuroscienze, sviluppata dalla S.I.S.P.I., scuola di specializzazione riconosciuta dal Ministero dell’Università, fondata e presieduta da Alberto Passerini, a partire dal modello psicodinamico del Rêve-Eveillé di Desoille. Il metodo è praticato da quasi 100 anni e recentemente si è evoluto, in Italia, nella nuova definizione di Esperienza Immaginativa (Passerini A., 2009, Immaginario: cura e creatività. L’esperienza immaginativa dal neurone alla psicoterapia, Alpes, Roma). La ricerca originale ed altamente specifica sulla metapsicologia dell’immagine trae nuovi spunti dalle recenti acquisizioni, sul fenomeno immaginativo, provenienti dalle neuroscienze. In particolare la spiegazione delle basi neurali della stimolazione immaginativa (Flavia Valtorta – Direttore Dottorato in Neuroscienze, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) permette una nuova operatività nella “via regia” di accesso all’inconscio, all’interno di “una rilettura giovane e precisa del metodo tradizionale” (Nicole Fabre – Psicoanalista, Fondatrice del Groupe International du Rêve-Eveillé en Psychanalyse di Parigi). Antonino Ferro (già Presidente del Centro Milanese della Società Psicoanalitica Italiana – S.P.I.) ha affermato che il collegamento della “rêverie” con il metodo ideato da Robert Desoille “è assolutamente convincente e condivisibile”. Inoltrarsi nel mondo dell’immaginale offre una chiave di lettura delle relazioni umane, della cultura, delle arti espressive: “le diverse culture sono occasione di scambio, di incroci, di immaginazione e di immaginale fino ad accettare la sfida della creatività. Immaginare, attraverso questa via, ci ricollega ad un ‘un qualcosa’ che si avvicina ad una forma surrealistica sorprendente e misteriosa” (Erio Bartolacelli, Psicologo Psicoanalista); “ci si può accostare all’Immaginario allo stesso modo in cui si usufruisce di un’opera d’arte, con atteggiamento di compiacimento e godimento estetico finalizzato ad un’esperienza solipsistica o, al contrario, come modalità attiva di condivisione con l’altro” (Maurizio Talamoni, Psicologo Psicoterapeuta – S.I.S.P.I.). L’attività creativa dell’Esperienza Immaginativa, presentandosi associata ad una forte carica emotiva, è in grado di modificare uno schema di attività neuronale e di interagire sul “consolidamento” di esperienze già vissute, venendo a costituire la base neurofisiologica della memoria e dei processi di apprendimento (Riccardo Fesce – Direttore del Centro di Neuroscienze, Università dell’Insubria).L’approccio neuro-scientifico non diminuisce ma soltanto spiega la tradizionale importanza che il simbolismo ha sempre avuto all’interno del metodo. Maria Rita Parsi (Psicologa Psicoterapeuta, Scrittrice) ha richiamato l’attenzione sulla forte carica energetica contenuta nelle immagini archetipiche evidenziate da Jung ed il cui effetto dinamogenico è stato particolarmente valorizzato dalla tecnica di Desoille. Ed è proprio grazie all’universalità del linguaggio simbolico immaginativo che si è sviluppato in Brasile il “setting interculturale con l’Esperienza Immaginativa” (M.Bernadette Biaggi, Psicologa Psicoanalista), modello di approccio ai vissuti della migrazione. I presupposti teorici sono stati sintetizzati, nel corso del Convegno, per quanto riguarda l’applicazione dell’Esperienza Immaginativa nell’adulto (Gabriella Bosio Verga – Psicologa Psicoterapeuta – G.I.R.E.P.) e, nell’età dello svliuppo, con il Laboratorio dell’Immaginario (Francesco Simeti – Neuropsichiatra Infantile, Docente Pontificia Università Salesiana di Venezia). L’Esperienza Immaginativa trova applicazione, oltre che in psicoterapia, nel counseling: quest’ultimo recentemente è stato impiegato anche in campo medico e chirurgico nella prevenzione del dolore post-operatorio, con particolare riguardo per i pazienti oncologici. Durante il Convengo sono stati esposti i primi risultati di uno studio osservazionale, in corso presso due ospedali lombardi ed uno romano: la diminuzione dell’uso degli antidolorifici fino al 40% (Silvana Torlasco, Medico Psicoterapeuta e Alessandra Pandolfi, Anestesista Psicoterapeuta – S.I.S.P.I.). Si tratta di un approccio originale ed innovativo che riesce a coniugare straordinariamente due modelli epistemologici, spesso in contrasto tra loro, quello delle scienze biologiche e quello delle scienze filosofiche; questo modello è estensibile anche ad altre realtà sanitarie, attraverso una specifica preparazione degli operatori.
Al Convegno è stata presentata la prima traduzione italiana dell’ultimo testo di Robert Desoille (a cura di Nicole Fabre e Alberto Passerini, Il Rêve-Eveillé Dirigé in Psicoterapia, Alpes, Roma). Sono stati tratteggiati gli interessi, lo stile, l’umanità, il carisma dell’Autore (Monica Allegranzi, Dottore in Psicologia e co-traduttrice del Testo – S.I.S.P.I.). Dell’amicizia e degli scambi che Desoille ebbe con Gaston Bachelard ne ha parlato Francesca Bonicalzi (Università di Bergamo, Société des Amis de Gaston Bachelard) con particolare riferimento al movimento della “verticalità”, che entrambe gli Autori ricercarono nel vissuto immaginativo, come dimensione esistenziale e caratterizzante dell’Uomo. Il testo di Desoille, nell’edizione italiana, raccoglie interessantissimi inediti dell’Autore la cui opera si rivela più che mai attuale, avendo egli “intuito” già sessanta anni fa alcuni concetti sullo scambio immaginativo che, in seduta, avviene circolarmente tra paziente e terapeuta, e che oggi trova una spiegazione neurobiologica, per esempio, nella teoria dei neuroni-specchio.
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