Neurodiritto
21 Marzo 2015Esperienza immaginativa cibo simbolico a nutrimento dell’identità
26 Settembre 2015Cristianesimo, Ebraismo e Islam sono tre grandi universi religiosi che hanno percorso l’Europa. Modi di pensare, stili relazionali, sistemi educativi, strutture relazionali della sua storia millenaria, dalla linguistica all’economia, dalla storia delle mentalità all’architettura, hanno ereditato i segni del loro incontro e del loro affrontarsi, diventandoespressione di culture e società. Conoscerne le radici allarga la comprensione delle nostre diversità culturali, offrendoci presupposti importanti per praticare la mediazione e la cura. Anche l’ambito psicoterapeutico, infatti, affinché l’interazione con il paziente possa scaturire in un setting di reciproca comprensione, ha bisogno di condividere dimensioni interculturali che riguardano gesti e significati corrispondenti alle soggettività che s’incontrano. La costruzione di un discorso che può orientarela lettura di una storia di vita è pregna di stratificazioni, “un volume di tracce in movimento”, come dice Roland Barthes. Solo decodificandolo, è possibile anche scatenare il desiderio di libertà creativa dell’individuo. In che modo, dunque, i tre monoteismi hanno contribuito alla costruzione dell’idea di persona e in che modo l’ideale e il reale, con i rispettivi valori, hanno determinato l’esperienza soggettiva delle singole personalità? In altre parole, come si diviene soggetti in tempi di fragilità culturali e identità in ricerca, portando dentro di sé eredità antiche? Nel cristianesimo, ad esempio, cattolicesimo e protestantesimo hanno sviluppato due modi diversi di stare nel mondo, l’uno prevedendo esperienze mistiche, l’altro donandosi totalmente alla profanità. Così l’ebraismo, fra l’altro, ha coniugato strettamente l’idea di essere straniero con quella di ospitalità. E, infine, l’islam ha chiamato l’individuo alla fede per orientarlo a un rapporto etico prioritario con la collettività. Attraverso la pratica di quasi un secolo di Psicoterapia con l’Esperienza Immaginativa (Passerini 2009) si è mostrata l’esistenza di una dimensione superiore, spirituale, trans-personale, potenzialmente accessibile a tutti a prescindere dal proprio credo religioso come affermava Desoille (2010 [1973]). Si tratta di una “coscienza di ordine trascendentale” (Fabre 1981) già riconosciuta dalla filosofia ma condivisa anche dalle neuroscienze nella sua “incarnazione”, quando si afferma che “il cervello nella condizione temporale è il luogo della coscienza” “stratificata e complessa” “in cui è presente un aspetto psichico-spirituale autonomo” che permette di “entrare in contatto con una realtà Altra” (Ales Bello, Manganaro 2009): “esperienza umana del Trascendente”, che sfugge a qualsiasi linguaggio espressivo adeguato (Fabre 1981) ma può esternarsi attraverso sequenze immaginativea contenuto “transpersonale” (Passerini, De Palma, Talamoni 2012).L’intento del Convegno è quello di cercare parole nuove, utili anche allinguaggio interculturale psicoterapeutico, offrendo interpretazioni di simboli, miti, immaginari e logiche, nel loro essere sospesi fra fede e ragione, appartenenti ai tre monoteismi. La sfida è sfondare il limite dell’apertura storica che ci ospita per sgretolare il condizionamento dell’incomprensione possibile.
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150615_Spiritualita_e_psicoterapia_23240515_MI-Sintesi_3.pdf